martedì 13 giugno 2017

Quando il fascismo prende voti

Ci sono fenomeni sotto gli occhi di tutti, che vengono ignorati finché non diventano importanti. È il caso della “Lista dei Fasci italiani del lavoro”, chiaramente neofascista nel nome, nel logo e nei contenuti, che ha raggiunto il 10,41% delle preferenze a Sermide e Felonica, comune in provincia di Mantova, cosa che ha garantito un posto in consiglio comunale alla loro candidata sindaco. È la quarta volta che questa lista si presenta alle elezioni negli ultimi quindici anni ed è stato il quotidiano La Repubblica a puntare il dito su di essa.

Il problema è questo: l’ordinamento italiano, con la legge 645/1952, detta anche “legge Scelba”, vieta la formazione di gruppi e associazioni fascisti e neofascisti, la diffusione dell’ideologia fascista e, di conseguenza, la candidatura alle elezioni con partiti e movimenti di questo tipo. Si chiama “apologia di fascismo” ed è un reato penale punibile con l’arresto e un periodo di detenzione che va dai 18 mesi ai 4 anni. Da quando è entrata in vigore, molti hanno cercato di dimostrarne l’incostituzionalità, con scarso successo. Più recente è la legge 205/1993, detta anche “legge Mancino”, che punisce tutti coloro che promuovono l’ideologia nazifascista, incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali; anche la violazione di questa legge prevede il carcere o sanzioni pecuniarie. Persino la stessa Costituzione, nella XII disposizione transitoria finale, vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del Partito Fascista.


Nonostante la legge sia ancora in vigore, sono sempre di più le formazioni fasciste e neofasciste che sono state create per accontentare un elettorato nostalgico della dittatura di Mussolini. Forse il più celebre attualmente è il movimento di CasaPound, formazione politica di un gruppo preciso che ogni tanto viene condannato, o comunque processato, per atti di violenza o, appunto, per apologia di fascismo. Tuttavia questo non ha impedito loro di candidare 13 aspiranti sindaco in altrettanti comuni di una certa grandezza, con una popolazione sopra i 15 mila abitanti, ottenendo, in particolare, l’8% delle preferenze a Lucca.

Senza contare il merchandising a tema fascista e nazifascista che ha un fiorente mercato, nonostante ben due proposte di legge contro souvenir, cimeli vari e soprattutto contro il saluto romano, simbolo di questa ideologia, che racchiude in sé tutto l’orgoglio di appartenere a questi movimenti, gruppi, partiti e associazioni e che dimostra chiaramente l’adesione alle idee nazifasciste. Per non parlare, poi, dei gruppi, delle pagine e dei profili che pullulano sui social, con chiaro intento di incitamento all’odio e di apologia del nazifascismo.

Perché succede tutto questo? Perché, se il fascismo è messo alla berlina per ovvi motivi storici, i fascisti e i neofascisti non vengono puniti, e anzi possono candidarsi alle elezioni e prendere voti da chi crede che una dittatura come quella che c’era nel Ventennio sia meglio di questa serie di governi? Perché stupirsi solo se ottengono dei risultati? Chi avrebbe dovuto impedire tutto questo ha messo la testa sotto la sabbia fino ad adesso e, sono sicura, ce la rimetterà non appena l’ondata di scandalo post-amministrative sarà terminata e i ballottaggi saranno stati fatti. Penso che, di questo passo, il fascismo avrà sempre più potere.

Neifile

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