"Mi dispiace sentire che più di qualche profugo si salva. Questa invasione di profughi è la peste del terzo millennio, con la differenza che la malattia è stata sconfitta, questa ce la terremo ad infinitum"
"Bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani tanto sono tutti futuri delinquenti"
Queste sono solo alcune delle frasi che sono apparse su Facebook sulla bacheca della professoressa F.P., insegnante di inglese del veneziano, che le stanno costando in questi giorni non pochi problemi. Difatti per alcuni studenti e genitori, che hanno per primi sollevato la questione alla preside Annavaleria Guazzieri, le affermazioni che l'insegnante ha lasciato sul suo profilo personale sono troppo poco consone al suo ruolo, chiedendo a gran voce addirittura il licenziamento dal posto di lavoro. Per ora la professoressa ha subito solamente 20 giorni di congedo.
Di certo l'atteggiamento della professoressa è abbastanza discutibile e discriminatorio e come tale da condannare, specie in una società come la nostra, che cerca di ripudiare ogni forma di intolleranza, che si muove in un'ottica di multiculturalismo e che si prospetta come polo democratico e di libertà anche per tutti quei popoli che subiscono giorno dopo giorno le vessazioni della guerra e di regimi dittatoriali.
E di certo, che il MIUR possa valutare se prendere provvedimenti, appare quindi un atto doveroso, anche in ragione del ruolo pubblico che la stessa docente svolgeva presso la Pubblica Amministrazione.
Quanto non ha mancato di sorprendermi è tuttavia l'atteggiamento proprio degli alunni, studenti di un liceo (quindi di età compresa dai 14 ai 20 anni) che mostrano un atteggiamento alquanto bizzarro. Come dagli stessi rilasciato difatti, nell'intervista de Le Iene condotta da Cristiano Pasca, le affermazioni della professoressa sarebbero contrarie al suo ruolo educativo e come tale essi ne auspicano la totale rimozione.
Ora, se tutti questi diciottenni che intervengono (diciottenni, come viene precisato nel servizio) hanno bisogno di un pastore morale tanto forte da chiedere la massima sanzione per un lavoratore dipendente, cioè il licenziamento, per affermazioni che la stessa non ha mai reso in seno alla propria cattedra, ma nello spazio virtuale della sua bacheca Facebook privata, è necessario un totale ripensamento del sistema educativo, scolastico e pubblico del nostro Paese.
Non riesco a capacitarmi: dei ragazzotti di 18 anni, presumibilmente istruiti dato che frequentano un liceo, non hanno davvero coscienza di cosa sia discriminazione e integrazione, e quale sia il risvolto giusto e sbagliato in un fenomeno all'ordine del giorno?
Davvero dei ragazzi che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro, e votare le scelte politiche del nostro Paese, hanno ancora bisogno di una guida morale che gli spieghi pedissequamente cosa debbano e non debbano pensare?
Personalmente lo trovo assolutamente ridicolo, una esternazione di indignazione sociale che trova, ora come non mai, nell'idea di amalgamarsi alla massa la propria forza. Corretto è prenderne le distanze, corretto è mostrare un atteggiamento indignato per affermazioni di tale portata, ma completamente fuori luogo è richiamare un presunto ruolo di educatore che ad un professore di liceo compete in modo assai edulcorato, se non quasi per nulla. La personalità di un ragazzo, specie superata la pubertà, è ormai quasi completamente formatasi e ben poco farebbe il ruolo di un docente (nel bene e nel male). Anzi, il più delle volte è atteggiamento comune denigrare ed ignorare per i ragazzi, quanto "il noioso mondo degli adulti" rimbalza loro... professori compresi.
La professoressa deve essere sicuramente richiamata, è giusto che il MIUR indaghi e se ne occupi, ma si tengano distanti da questo percorso che deve essere assolutamente ispirato ad una idea di equità, le farneticazione di chi, privi di personalità, aspettano solo una bandiera da cucirsi in petto e sventolarla in pubblico.
- Superman
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