Inizio questa rubrica con l'ultimo cortometraggio dei Nirkiop, intitolato "Io Sono Gay". Il corto affronta il tema dell'omosessualità con il loro stile recitativo pacato e molto leggero,senza andare troppo su un contesto che potrebbe essere troppo polemico.
Come per ogni buon video dei Nirkiop,la comicità rappresentata da loro è qualcosa adatto ad un canale per ragazzi e questo corto riesce a dare una riflessione costruttiva sull'omosessualità, attraverso le diverse ipotesi che Nicola Conversa, regista e protagonista del corto in questione, elenca su come un gruppo di persone possa reagire alla dichiarazione di essere gay da parte di un loro membro.
Il corto viene costruito anche in modo "terapeutico", grazie alla fotografia di Marco Da Re (Mr.Blob) che mostra un effetto molto acceso della luce naturale, come se i ragazzi fossero davvero a fare una visita psichiatrica e la luce trasformi la loro stanza in un ufficio della psicologia.
La pecca, purtroppo, sta nel pubblico che ha frainteso il titolo, considerandolo come una dichiarazione reale di Nicola Conversa e allora, la domanda più citata tra i commenti di questo video è proprio: "Ma Nicola è gay oppure no?"
La risposta: Nicola Conversa non è gay!
Da qui, si può notare la loro moltitudine di fan che, nonostante il buon video, si sono preoccupati dell'identità sessuale di Nicola. Leggendo ogni ripetizione di questa richiesta da parte dei fan, sembra che il pubblico veda l'omosessualità come una sorta di virus contagioso da cui star lontani anni luce.
Ogni volta che si parla di omosessualità, si scatena una polemica alla prima parola storta che si fa. Personalmente,a me sta bene che uno sia gay, a condizione di non sbandierarlo con prepotenza come gli etero. I cortei "Arci-Gay" sarebbero da abolire tanto quanto le Sentinelle In Piedi, perchè sono delle manifestazioni arroganti, nonostante siano due generi agli antipodi.
Ma serve davvero una manifestazione per sottolineare la propria identità sessuale? Non credo proprio. I Nirkiop sono riusciti a creare una serie di reazioni imbarazzanti alla dichiarazione di omosessualità di un amico del gruppo e non si tratta di una serie di luoghi comuni, ma di constatazioni vere e proprie.
Sapete cosa? Forse è meglio non farsi troppe paranoie e non vedere sempre l'omosessualità come una malattia contagiosa.
A.D.
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