sabato 24 settembre 2016

La cultura paga

Si è concluso dopo tre anni il caso delle baby squillo dei Parioli, in cui erano coinvolte ragazzine tra i tredici e i quindici anni che si prostituivano volontariamente in un appartamento di questo famoso quartiere di Roma in cambio di guadagni facili, da poter spendere in abiti firmati e smartphone di ultima generazione.

L’ultimo atto di questa serie di processi, che ha visto la condanna dell’adescatore, di vari ex clienti e persino della madre di una delle ragazzine, in quanto sapeva ed esortava la figlia a continuare, si è chiuso ieri in modo singolare. Un ex cliente di trentacinque anni dovrà scontare due anni di reclusione e l’interdizione perpetua da scuole e luoghi frequentati da minorenni, dovrà pagare 1000 euro di danni patrimoniali e, soprattutto, dovrà donare alla ormai quindicenne che si prostituiva una selezione di opere su “la storia e il pensiero delle donne, la letteratura femminile e gli studi di genere”.

Questa notizia ha fatto molto scalpore ed è subito salita agli onori della cronaca: l’opinione pubblica è rimasta sorpresa da una simile decisione, che pone l’accento sulla formazione e la cultura invece che solo sulla sanzione pecuniaria.



Questo risarcimento morale, composto di trenta libri e due film, è un modo per far riflettere la ragazzina e invitarla a leggere e a vedere queste opere, baluardi della letteratura e del cinema delle donne sulle donne e per le donne. È dunque la migliore risposta a una superficialità sempre più diffusa, a un attaccamento a degli oggetti di facile obsolescenza e ai soldi. Soldi che erano stati proposti come risarcimento dall’accusa, ma che il giudice Paola Di Nicola non ha concesso.


È stata la scelta giusta: se la ragazzina avesse ricevuto quel denaro, probabilmente non avrebbe imparato altro che i processi sono un altro modo di guadagnare facilmente. Con questa sentenza invece ha la possibilità di capire la storia delle donne, il loro pensiero e di crearsi un’identità più solida.

Neifile

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