Si è concluso dopo tre anni il caso delle baby squillo dei
Parioli, in cui erano coinvolte ragazzine tra i tredici e i quindici anni che
si prostituivano volontariamente in un appartamento di questo famoso quartiere
di Roma in cambio di guadagni facili, da poter spendere in abiti firmati e smartphone
di ultima generazione.
L’ultimo atto di questa serie di processi, che ha visto la
condanna dell’adescatore, di vari ex clienti e persino della madre di una delle
ragazzine, in quanto sapeva ed esortava la figlia a continuare, si è chiuso
ieri in modo singolare. Un ex cliente di trentacinque anni dovrà scontare due
anni di reclusione e l’interdizione perpetua da scuole e luoghi frequentati da
minorenni, dovrà pagare 1000 euro di danni patrimoniali e, soprattutto, dovrà
donare alla ormai quindicenne che si prostituiva una selezione di opere su “la
storia e il pensiero delle donne, la letteratura femminile e gli studi di
genere”.
Questa notizia ha fatto molto scalpore ed è subito salita
agli onori della cronaca: l’opinione pubblica è rimasta sorpresa da una simile
decisione, che pone l’accento sulla formazione e la cultura invece che solo
sulla sanzione pecuniaria.
Questo risarcimento morale, composto di trenta libri e due
film, è un modo per far riflettere la ragazzina e invitarla a leggere e a
vedere queste opere, baluardi della letteratura e del cinema delle donne sulle
donne e per le donne. È dunque la migliore risposta a una superficialità sempre
più diffusa, a un attaccamento a degli oggetti di facile obsolescenza e ai
soldi. Soldi che erano stati proposti come risarcimento dall’accusa, ma che il
giudice Paola Di Nicola non ha concesso.
È stata la scelta giusta: se la ragazzina avesse ricevuto
quel denaro, probabilmente non avrebbe imparato altro che i processi sono un
altro modo di guadagnare facilmente. Con questa sentenza invece ha la
possibilità di capire la storia delle donne, il loro pensiero e di crearsi un’identità
più solida.
Neifile
Nessun commento:
Posta un commento