domenica 4 settembre 2016

Mestruazioni e proposte di legge

Parliamo di mestruazioni. Lo so, è un argomento imbarazzante (per i maschi); per me e per tutte le femmine, invece, è una cosa assolutamente normale, dovendo passare tutta l’età fertile a farci i conti tutti i mesi.

Perché parlarne? Perché sono arrivate in Parlamento due proposte di legge a riguardo: una, promossa da Possibile e depositata dagli onorevoli Beatrice Brignone, Giuseppe Civati, Andrea Maestri e Luca Pastorino, riguarda la famigerata “Tampon Tax”, ossia una riduzione dell’IVA sui prezzi di assorbenti igienici, tamponi, coppe e spugne mestruali dal 22% (applicata alla maggior parte dei beni non di prima necessità e ai beni di lusso) al 4% (applicata ai beni di prima necessità); l’altra, presentata dall’onorevole Romina Mura e co-firmata dalle onorevoli Daniela Sbrollini, Simonetta Rubinato e Maria Iacono, tutte del PD, prevede la possibilità di chiedere tre giorni al mese di malattia per le donne che soffrono di dismenorrea, ossia di un ciclo mestruale doloroso, così doloroso da essere invalidante. Questo, peraltro, è un disturbo molto comune.



Sulla prima proposta di legge non posso che trovarmi d’accordo: per noi donne gli assorbenti vanno comprati tutti i mesi per molti anni, che ci piaccia o no; quindi sì, sono beni di prima necessità e il pdl meritava di essere approvato. Cosa che ovviamente non è successa. Anzi, è stata pure bollata come una scemenza e chi ha depositato la proposta di legge, Civati in testa, è stato deriso.

Sulla seconda proposta, confesso di essermi fatta trasportare dal disincanto. Infatti, la prima volta che ho letto di questo pdl ho pensato: “Se l’approvano, non lavorerò mai.” Non perché soffro di dismenorrea, ma perché sono donna e potrei approfittarne. Dai, ammettiamolo: nessun datore di lavoro assumerebbe qualcuno che potrebbe assentarsi ogni mese per tre giorni, soprattutto se questi giorni di malattia devono essere retribuiti per legge e con indennità pari al 100%. Sarebbe molto facile farlo applicare nel pubblico, ma nel privato, sicuramente, si vedrebbero sempre meno donne al lavoro. Di certo non quelle che soffrono di dismenorrea.

Eppure entrambe le proposte di legge sono, a mio avviso, da considerarsi dei passi avanti. Perché qui si parla di un problema che affligge tutte le donne. Certo, c’è chi soffre meno di altre, ma soffriamo tutte. E paghiamo cara la nostra sofferenza. Avere delle leggi che ci aiutino durante questa sofferenza, non sarebbe male.

Neifile

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