Parliamo di mestruazioni. Lo so, è un argomento imbarazzante
(per i maschi); per me e per tutte le femmine, invece, è una cosa assolutamente
normale, dovendo passare tutta l’età fertile a farci i conti tutti i mesi.
Perché parlarne? Perché sono arrivate in Parlamento due
proposte di legge a riguardo: una, promossa da Possibile e depositata dagli
onorevoli Beatrice Brignone, Giuseppe Civati, Andrea Maestri e Luca Pastorino,
riguarda la famigerata “Tampon Tax”, ossia una riduzione dell’IVA sui prezzi di
assorbenti igienici, tamponi, coppe e spugne mestruali dal 22% (applicata alla
maggior parte dei beni non di prima necessità e ai beni di lusso) al 4%
(applicata ai beni di prima necessità); l’altra, presentata dall’onorevole
Romina Mura e co-firmata dalle onorevoli Daniela Sbrollini, Simonetta Rubinato
e Maria Iacono, tutte del PD, prevede la possibilità di chiedere tre giorni al
mese di malattia per le donne che soffrono di dismenorrea, ossia di un ciclo
mestruale doloroso, così doloroso da essere invalidante. Questo, peraltro, è un
disturbo molto comune.
Sulla prima proposta di legge non posso che trovarmi d’accordo:
per noi donne gli assorbenti vanno comprati tutti i mesi per molti anni, che ci
piaccia o no; quindi sì, sono beni di prima necessità e il pdl meritava di
essere approvato. Cosa che ovviamente non è successa. Anzi, è stata pure
bollata come una scemenza e chi ha depositato la proposta di legge, Civati in
testa, è stato deriso.
Sulla seconda proposta, confesso di essermi fatta
trasportare dal disincanto. Infatti, la prima volta che ho letto di questo pdl
ho pensato: “Se l’approvano, non lavorerò mai.” Non perché soffro di
dismenorrea, ma perché sono donna e potrei approfittarne. Dai, ammettiamolo:
nessun datore di lavoro assumerebbe qualcuno che potrebbe assentarsi ogni mese
per tre giorni, soprattutto se questi giorni di malattia devono essere
retribuiti per legge e con indennità pari al 100%. Sarebbe molto facile farlo
applicare nel pubblico, ma nel privato, sicuramente, si vedrebbero sempre meno
donne al lavoro. Di certo non quelle che soffrono di dismenorrea.
Eppure entrambe le proposte di legge sono, a mio avviso, da
considerarsi dei passi avanti. Perché qui si parla di un problema che affligge
tutte le donne. Certo, c’è chi soffre meno di altre, ma soffriamo tutte. E
paghiamo cara la nostra sofferenza. Avere delle leggi che ci aiutino durante
questa sofferenza, non sarebbe male.
Neifile
Nessun commento:
Posta un commento