martedì 13 settembre 2016

Solo una questione di onestà?

Ecco che la bufera si abbatte sui Cinque stelle. Capita quel momento di quiete poco prima di uscire dall'occhio del ciclone, e loro nell'occhio, c'erano in pieno, da quando Virginia Raggi è diventata la prima sindaco donna di Roma. E mentre infuoca la polemica su Paola Muraro, scopertasi ora essere indagata per abuso d'ufficio e violazioni ambientali, Luigi di Maio, informato da Paola Taverna sulle indagini in corso, prova a difendersi dicendo: "Scusate, ho letto male quella mail". Lui, che la ex consulente AMA era iscritta, non ne sapeva nulla.

Virginia Raggi con Paola Muraro
Ora, hanno volutamente celato la notizia per tenere a bada la gogna politica, o c'è realmente un complotto contro di loro? Mi sembra davvero risuonino ancora quei titoli, durante le campagne delle amministrative romane, in cui proprio la Taverna, lamentava un presunto complotto che li avrebbe portati al Campidoglio, per screditarli nei loro fallimenti. Di certo adesso il Movimento perde enormi consensi, molti fedelissimi abbandonano e chiedono nuova trasparenza. Ma, ahimé... non è un problema di trasparenza. Trovo abbastanza interessante questo post pubblicato dalla pagina de "Il polemista misterioso", in cui si solleva una interessante discussione



Io sono d'accordo. Al disonesto, ma intelligente, si cerca in fondo di reagire con tutti i possibili strumenti che uno stato di diritto può offrire: ampia rete di controlli, un organo di temperamento da affiancargli, un organo consiliativo, e poi la burocrazia fa il suo. Specie quando è chiara, quando è non cavillosa, e ridondante, quando non lascia scappatoie e scorciatoie. Con lo stupido, ma onesto, si può ben fare poco. Indipendentemente dagli strumenti di valutazione (inutili dopotutto, data la sua tempra morale), egli reagirà in modo superficiale, in modo affrettato, senza valutare tutto l'arcobaleno di sfumature che concernono una decisione.
Sembra una locuzione abbastanza semplice, ma così non è: sono moltissimi i grillini, che in queste ore sui social annaspano contro i detrattori, all'urlo di "meglio onesti e incapaci che disonesti e abilissimi". Non so, solo io noto un che di grottesco?

Per carità, nessuno qui vuole esaltare la disonestà politica. E nessuno qui ha un vero interesse a screditare i Cinque Stelle, che, ammettiamolo, in un momento di caos politico, hanno solo cercato di portare la "voce del cittadino" in Parlamento. Quello che miro ad affermare è come solo i più avveduti (anche se purtroppo disonesti), devono avere il merito di portare avanti la politica di un paese (e il caso di scuola, dell'onestissimo ma impreparato presidente Hoover in America ci insegna: non solo non riuscì ad arginare, ma peggiorò le conseguenze della bolla di Wall Street).

Perché parliamoci chiaro: qualsiasi cosa si abbia a dire sulla nostra classe dirigente, svolgono il mestiere più importante e con più responsabilità dell'intero paese: l'attività di coordinamento. Fanno scelte giuste? Sbagliate? Questo non intacca il fatto che nel bene o nel male è comunque così. Per abbattere l'immoralità e eradicarla, basta poi solo usare gli strumenti che in fondo abbiamo già a disposizione. Senza troppi artifici, perché davvero, le leggi ci sono.
Non è necessario che agli scranni sieda un re Travicello.

-Superman

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